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I limiti dei disinfettanti intestinali

Disinfettanti intestinali

I disinfettanti intestinali funzionano? Rispondiamo subito al quesito posto da molti.

Certo che funzionano! I disinfettanti intestinali sono efficaci e trovano largo impiego in problematiche intestinali comuni. Si tratta di farmaci ad azione battericida che attraversano poco il circolo portale, quindi esercitano un’azione prevalentemente locale. 

Il punto è, semmai, continuare a presiedere la tua problematica con un rimedio che ha a sua volta alcuni importanti limiti. 

  1. Cosa fanno i disinfettanti intestinali?
  2. Perché sono così considerati dai medici?
  3. Quali sono i limiti dei disinfettanti intestinali?
  4. Cosa fare per non incorrere in tali problematiche
  5. Mangiare in maniera selettiva
  6. Ammoniaca tossica
  7. Cosa assumere nel trattamento post-antibiotico
  8. Punto alimentare
  9. Una buona dieta

Cosa fanno i disinfettanti intestinali? 

C’è da specificare che i disinfettanti intestinali vengono prescritti dal medico quando c’è una condizione clinica già compromessa, come può essere la sindrome dell’intestino irritabile (dolore, possibile sanguinamento e malassorbimento dei nutrienti) oppure la diarrea del viaggiatore. 

Perché i disinfettanti intestinali sono così considerati dai medici?

Come dargli torto, dato l’azzardo che si fa con molti cibi. I medici vogliono un rimedio che funzioni e i disinfettanti intestinali effettivamente funzionano. 

Quali sono i limiti dei disinfettanti intestinali?

Prendiamo la Rifaximina (Normix) come esempio. 

La sua azione si esplica soprattutto a livello locale, mentre la distribuzione nel circolo ematico è decisamente contenuta (1-2 %). 

La Rifaximina ha un’azione battericida. Elimina quindi i batteri produttori di ammoniaca (che possono essere alla base di problematiche importanti, come la diarrea del viaggiatore e la sindrome dell’intestino irritabile). 

La Rifaximina, però, debilita la persona e la rende suscettibile alla resistenza batterica. 

Cosa fare per non incorrere in tali problematiche

Mi sento di dire che se il problema è conclamato, sia giusto ricorrere ai disinfettanti intestinali. 

Il problema sopraggiunge quando c’è un ricorso costante ai disinfettanti intestinali e si attribuisca la colpa al nervosismo o alla genetica

Mangiare in maniera selettiva

Mangiare in maniera selettiva vuole dire che le proteine vegetali che hanno una scarsa biodisponibilità fermenteranno nell’intestino, dando luogo all’espansione di ceppi batterici patogeni, tra cui i batteri produttori di ammoniaca. 

Oppure la carne, il latte, le uova. Insomma: quando ci sono troppe proteine non richieste s’incorre in un accumulo potenziale di batteri che producono ammoniaca. 

Ammoniaca tossica

L’ammoniaca è uno dei metaboliti più tossici presenti nel nostro intestino. Ha un’azione cancerogena ed ha un’incidenza del +18 % sui tumori del colon rispetto ai topi trattati con Lattulosio e bifidobatteri1

Cosa assumere nel trattamento post-antibiotico?

Va fatta una ripopolazione di batteri gram-positivi ad azione citoprotettiva, come i bifidobatteri. 

Se sei nuovo, t’invito a consultare la pagina di Clean Ammonia, che è il primo probiotico in grado di ridurre la produzione di ammoniaca nell’intestino, senza ricorrere a terapie antibiotiche debilitanti e controproducenti. 

Punto alimentare

Da un punto di vista alimentare ti consiglio di evitare proteine che non siano indigeste: proteine vegetali, le prolammine dei cereali (quindi, grano e granaglie varie) e al limite anche le proteine del latte.

Una buona dieta

La dieta con verdure e frutta di stagione, pesce pescato, carne di allevamento al pascolo e frutta secca è la migliore quanto a selettività con la controparte enzimatica prodotta dal nostro pancreas e riversata nel duodeno per la digestione. 

Fammi sapere in che situazione ti trovi. Scrivimi a drpaolo@admeprotein.com. Sarò felice di dirti la mia! 

  1. Effect of lactulose and Saccharomyces boulardii administration on the colonic urea-nitrogen metabolism and the bifidobacteria concentration in healthy human subjects
    V. DE PRETER*, T. VANHOUTTE , G. HUYS , J. SWINGS ,à, P. RUTGEERTS* & K. VERBEKE* ↩︎

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